
IMU: COS’É E COME SI CALCOLA
Una delle domande che più di frequente ci viene posta dai clienti interessati
all’acquisto di una casa è quella del calcolo IMU. Per fini fiscali, è utile
tenerne conto, in quanto anche le spese di acquisto, oltre che di gestione,
variano in base alla decisione di registrare un immobile come prima o
seconda casa.
In questo articolo vi illustriamo le informazioni da sapere per il calcolo di
questa tassazione sugli immobili.
Che cos’è l’IMU?
L’IMU, acronimo per Imposta Municipale Propria, è un tributo municipale
istituito con la manovra Salva Italia nel 2011 dal governo Monti (D.L. 201 del
6 dicembre 2011).
Questa tassazione è andata a sostituire la precedente ICI, la vecchia
“imposta Comunale Immobili”, ed è da versare in caso di possesso di
immobili quali: abitazioni principali signorili (categorie A/1, A/8, A/9), fabbricati
dove non è inserita la residenza anagrafica (es. seconde case), aree
fabbricabili e terreni agricoli.
Dal 1° gennaio 2014, con la legge di stabilità L. 147/2013, sono stati esentati
dal pagamento dell’IMU tutti i possessori delle abitazioni principali (o prime
case) accatastate nelle categorie A/2, A/3, A/4, A/5, A/6, A/7 e delle relative
pertinenze (C/2, C/6 e C/7, in misura massima di un’unità pertinenziale per
ciascuna categoria).
La Legge di Bilancio 2020 (Legge N.160 del 27 dicembre 2019) ha accorpato
IMU ad un’altra imposta comunale: la TASI, vale a dire il “Tributo per i Servizi
Indivisibili” (es: decoro urbano, illuminazione).
Come si calcola l’IMU?
Nel corrente anno, per calcolare l’IMU bisogna applicare la seguente
procedura: si rivaluta la rendita catastale (che si può richiedere al Catasto in
Comune oppure attraverso i servizi online dell’Agenzia del Territorio)
aggiungendovi il 5%, poi si moltiplica il risultato per il coefficiente catastale
(ogni categoria di immobile ne possiede uno differente) e, per ultima cosa, si
moltiplica quanto ottenuto per l’aliquota IMU, deliberate annualmente da ogni
Comune.
Quando e come si paga l’imposta?
Si versa in due rate con scadenza il 16 giugno e il 16 dicembre dell'anno di
riferimento, ma il cittadino può decidere di pagare tutta l'imposta in un’unica
soluzione, entro il 16 giugno. Il pagamento può avvenire tramite modello F24
oppure con bollettino postale.
Per quanto riguarda la dichiarazione, ogni Comune ha regole e modalità a sé.
E’ sempre prevista nel caso in cui si modifichino i criteri per calcolare le
imposte di riferimento (ad esempio: quando l'inquilino cessa di abitare un
immobile o viene stipulato un contratto di comodato registrato con i propri figli
o genitori).
Si ha diritto a delle riduzioni?
La risposta è sì! Sono previste riduzioni al 50% della base imponibile per i
fabbricati di interesse storico o artistico, per quelli dichiarati inagibili o
inabitabili. Può usufruire di una riduzione al 50%
della base imponibile anche chi possiede abitazioni principali in comodato da
parenti entro il primo grado. Tale beneficio si estende al coniuge con figli
minori, in caso di morte del comodatario. Infine,
chi possiede abitazioni locate a canone concordato gode della riduzione al
75% dell’aliquota base stabilita dal comune.
Per tutte le informazioni necessarie vi consigliamo di rivolgervi al vostro
Comune di riferimento. E, come sempre, vi ricordiamo di continuare a seguire
il nostro blog per rimanere sempre aggiornati su nuovi argomenti riguardanti il
mondo immobiliare.
Team Erremedia